L’uscita dell’Apple Vision Pro sarà una pietra miliare nel mondo delle tecnologie immersive?
Una rivoluzione in arrivo?
Tutto porta a pensare che sarà così.

L’abilità delle Mela di proporre prodotti con un forte fascino è ormai universalmente riconosciuta.
Sarà quindi da aspettarsi che questo visore diventerà subito un oggetto del desiderio per milioni di consumatori.
Inizialmente l’azienda di Cupertino, aveva previsto una produzione di 100.000 pezzi.
Ma questa programmazione andrà rimodulata, visto che nei primi 10 giorni le prenotazioni hanno raggiunti i 200.000 pezzi!

Il successo dei Vision Pro farà aumentare il numero di utenti di contenuti immersivi e creerà un grosso effetto di traino alle vendite degli altri visori più economici: concorrerà a ridurre quella che ad ora è una delle principali barriere in questa industry: la diffusione dei visori.

Ma cosa ha di speciale questo visore da 3499 dollari (prezzo per il modello base)?
Quali sono i suoi tratti salienti?
E i suoi vulnus?
Qui di seguito, alcune caratteristiche che mi hanno particolarmente interessato.

Prima cosa: non chiamatelo visore!
È il primo “spatial computer”, dentro cui gira il visionOS: il primo “spatial operating system”: tutto molto Apple.

La costruzione, come sempre per i prodotti Apple è ovviamente ineccepibile.
E’ solido piacevole al tatto in tutte le sue parti e la parte a contatto con il viso è assolutamente soffice e confortevole.
Detto ciò, comunque si sente ben presente sulla testa: 650 grammi sono sempre 650 grammi anche se ingentiliti da materiali di primo ordine.
Il corredo di sensori è ricchissimo: 12 camere RGB e IR, 6 microfoni, tecnologia LIDAR per il rilevamento della profondità, sensori di luminosità e di flickering: un intero studio di registrazione all’interno di un visore.

Il punto debole ad ora sono le applicazioni.
Non è chiaro quanti dei grandi distributori di contenuti come Youtube, Google, Spotify, Netflix e Meta produrranno una app dedicata al Vision Pro, adatta a sfruttare appieno le sue caratteristiche.
Questa reticenza è sicuramente dovuta al basso numero di pezzi ad ora in produzione, vedremo nei prossimi mesi quale sarà l’evoluzione.

Last but not the least: gli occhi dello user sono visibili.
Ma attenzione! Quelli che l’interlocutore vede non sono i veri occhi dello user.
Il vetro frontale ha un layer tecnologico pienamente opaco quindi impossibile da rendere trasparente.
E quindi come risolvere questo problema/non problema?
Installando uno speciale schermo lenticolare che riproduce l’animazione degli occhi dell’avatar dello user.
Una tecnologia e un effetto simile a questo:

Tanta tecnologia (e tanti dollari) per niente?
Lascio a voi la riflessione.

Se poi volete godervi l’unboxing, e portare altre visualizzazioni a Marques Brownlee, mandate in play questo video.